La voce dei se stessi

La voce dei se stessi

Ora dobbiamo porre la massima attenzione a questa storia, che ci sta sorprendendo e che nemmeno noi avevamo capito.

C’è una specie di inchiostro nero che abbiamo in circolo, è fatto di tutte le cose da dire che non sono state dette. Qualche volta trova una strada per uscire, si attorciglia in un foglio, in una nota sul telefono, nel messaggio che stavamo scrivendo; ma più spesso resta aggrappato dentro e stringe un nodo, rimane nascosto in qualche organo vitale.  Isabella Leardini

Scappano, scappano via le buone idee. Fermatele con l’inchiostro. Scrivete da qualche parte e non dimenticate. Perché attraverso la scrittura vivete. Vivete tante volte. Le risposte non sono tutte nei libri.

Stiamo scoprendo, grazie ai Nostri 47 Disegnatori di Futuro, che le risposte per risolvere il grosso sbaglio, Caroto non le troverà  soltanto sfogliando i libri, ma guardando il suo volto, l’altro se stesso. Perché noi ci siamo più volte. Siamo sempre noi, ma in molti tempi. Sono sempre io. Sempre sono io, ma non sono più io veramente, in ogni tempo. Prima a scuola, poi a casa, la storia continua.

Nonno Ciaccione e Nipote Caroto, salgono la scala mobile e vanno nel passato. Finiscono nella Biblioteca di Potenza, nel 2001. Lì trovano risposte, nei libri, nei giornali. 

Cosa era successo nel 2001

I bambini avevano fatto sparire, con la grande invenzione della macchina sparabolle, tutti i telefonini che rubano il tempo. L’avevano costruita con l’aiuto di un misterioso mercante di vecchie cose, il Mercante del Tempo. I telefonini erano spariti. I genitori avevano deciso di mettere in punizione questo gruppo di ragazzini che avevano fatto questa cosa incredibile, ma i bambini erano scappati. E, improvvisamente… erano spariti. Perché il Mercante aveva aperto un sacchetto, una scatolina, una bustina: i bambini ci erano finiti dentro.  Il sacchetto del mercante era un’altra macchina del tempo, un passaggio, un corridoio, uno strumento magico, perchè c’è molta magia Ion questa storia. Così, i bambini del 2001 si erano ritrovati nel 2035.

Ma io questa storia l’ho già sentita

La cosa strana è che voi 47 Disegnatori di Futuro da pochissimo avete inventato questo pezzo di avventura, ma forse questo viaggio l’avete già vissuto, perché un po’ le storie che raccontiamo funzionano al contrario. Accadono prima, in qualche momento della nostra vita. E lo scopriamo dopo, dopo averle percorse. Questa è una di quelle strane e incredibili situazioni. Una di quelle in cui il virtuale è reale. 

Dal 2001 al 2035 ci sono finiti in un attimo, ma il viaggio, all’interno di questo passaggio, per chi stava dentro è durato tutto il tempo. Tutto il tempo che è servito per vedere, per vedere il futuro. Quei bambini del 2001 hanno fatto il viaggio nel 2035 esattamente mentre lo facevate voi. A loro è successo quello che è successo a Voi, che siete, con loro, protagonisti della storia. Infatti è accaduto nelle classi vere della nave in partenza, con Voi, veri eroi che sapete

Vedere al Futuro

Questi ragazzini si son ritrovati nella Biblioteca del 2035 e non sanno ancora del tutto dove si trovano, ma una cosa è sicura: lì nella biblioteca hanno trovato…

…la Mamma Nessuno Tuttofare, con sua figlia Rebba, alla ricerca di Caroto, che era sparito via col nonno. Noi sappiamo dov’è: è nel 2001, ma la sua mamma non lo sa ed è nel 2035, nella stessa biblioteca sperando di trovarlo lì, con il nonno. Perché la biblioteca nel 2035 è l’unico posto in cui le cose e le storie, sicuramente ci sono assieme a tutte le stelle, mentre attorno sta sparendo tutto in un cielo buio. Invece trova… trova questo gruppo di bambini arrivato dal passato. E sapete chi c’è fra quei bambini? 

Lei stessa. Nessuno Tuttofare ora ha davanti a sé, come in una fotografia di un album dei ricordi, se stessa, ancora bambina, lei bambina. Sempre lei, ma di dieci anni, alla stessa età di suo figlio. La riconosce, certamente. Perché le foto di quando era piccola le conosce bene: ne ha viste di foto.

Sicuramente si dicono qualcosa

Guardandosi sanno che sono da sempre Custodi di Stelle.

I 47 Disegnatori di futuro sono abilitati ad essere esattamente come quella bambina, che, prima fra le due, riconosce se stessa da grande. I Disegnatori di Futuro si avvicinano e raccontano. Altri scrivono in chat in tempo reale. Mentre accade, la grande lavagna della Storia diventa sempre più grande. 

Le parole della bambina a se stessa mamma

Quello che Nessuno Tuttofare, bambina del 2001, dice a se stessa adulta del 2035. Le prime più importanti cose che dovrebbe dire una bambina del passato che giunge davanti all’adulta del futuro, ritrovandosi grande.

Mi ricordi mia madre. Forse sei la Bisnonna Carmela. A me fai venire un ricordo. Mi fai venire tanti ricordi. Di quando potevamo viaggiare in pace, senza tutte queste regole, quando la pandemia non c’era. Quando nonna stava ancora bene, nonna che era in ospedale e che era sola, nonna che è morta. Ricordi mio nonno? Nonno che è morto quattro anni prima della mia nascita. E il cane di mamma e papà, il cane che è morto per un tumore al cuore. Il mio, il tuo cane, che era un bassotto e che hai perso. E me, te, e mio, tuo fratello. Passa il tempo con loro. Non dimenticare i tuoi figli. Continua a stare con tuo marito.  Se hai fatto qualche errore nella vita, inizia a sistemarlo adesso. Pensa agli errori che farai nel futuro. Lasciati libera di fare quello che vuoi tu. Lascia stare tutto. Abbi una vita piena di esperienze. Fai tutt’altro. Vivi.  Senti i messaggi che arrivano dal passato. Pensa ai tempi senza Covid, che se finirà il Covid, ci andrò all’Acquafun. Divertiti un po’ e stai attenta. Tratta bene i tuoi figli: stai con i tuoi figli. Non perdere altro tempo a stare al telefono.  Si perde tempo sul divano. Divertiti. Senza tecnologia. 

Le parole della mamma a se stessa bambina

Quello che Nessuno Tuttofare, mamma del 2035, dice a se stessa bambina del 2001. Le prime più importanti cose che dovrebbe dire una mamma del futuro che giunge davanti alla bambina del passato, ritrovandosi bambina.

Divertiti più che puoi, non tornerà la tua spensieratezza, che ogni lasciata è persa. Ora me ne rendo conto. Non essere così razionale. Sii razionale, ma un po’ meno. Non aspettare quando c’è l’amore. Mi costa dirlo: devo dare ragione a mio marito. Siamo stati fidanzati per molti anni. Diceva: Sposiamoci! Ho voluto aspettare. E la colpa è stata mia. Non aspettare quando c’è l’amore, perché non è mai tutto perfetto, non è mai tutto a posto, non è sempre come l’hai sognato. Oggi accelererei. Vorrei aver goduto prima dei miei figli. Tu vai verso il mondo che ti circonda. Scopri quello che ti sta intorno. Vai oltre tutti i giorni, alla scoperta di quello che non c’è ancora. Prova ad andare al di là. Vai, visitando, che poi le cose ti mancano. Pensa di più agli amici, pensa alla vita sociale. E non lasciare i tuoi figli da soli. Parla quando senti di dire qualcosa. Dillo se vuoi bene, che le persone attorno ti vogliono bene. Non aver paura di emozionare.

Il patto eterno fra i bambini e i nonni

I bambini e i nonni hanno stretto un antichissimo accordo. Si capiscono. Sanno benissimo cosa significa tempo perso e cosa significa tempo guadagnato. Sanno benissimo cosa significa divertirsi e lasciar perdere davvero ciò che non serve. Sanno cosa significa passare del tempo bene. E siccome quest’accordo è di secoli e secoli, Ciaccione e Caroto sono finiti nella passato, nella biblioteca del 2001. Sapete chi hanno incontrato? 

I Genitori del passato, quelli che stavano inseguendo i bambini che son finiti nel futuro. E fra quei genitori del 2001, sapete chi c’era?  C’era un Papà. Un Papà di 40, 47 anni. Si chiamava Ciaccione.

Nonno Ciaccione si ritrova davanti l’Altro Se Stesso Papà Nonno Ciaccione è davanti al papà giovane, ancora giovane, così come era. Come i Vostri. 

Ciaccione papà giovane parla al se stesso nonno

Papà Ciaccione si vede al futuro e ha tante domande.

Cosa succederà nel futuro quando sarò grande? Penserò fino in fondo alla mia famiglia? Che vita avranno i nostri figli? Saranno felici? Ho realizzato i miei sogni senza isolarmi da tutti? Ho ancora sogni? Sto bene? Ho mantenuto il cuore e il fegato? Che tipo di anziano sarò? Riuscirò a essere sempre così dinamico? Mantieni il moto perpetuo!

Ciaccione nonno parla al se stesso papà giovane 

Nonno Ciaccione si vede al passato e ha tante risposte.

Cosa hai combinato! Non hai dato tempo abbastanza. Se continui così, i tuoi figli non esisteranno più e diventeranno dei robot. Non lasciarli soli. Nemmeno un minuto. Recupera il tempo, se vuoi tornare indietro nel tempo. Non perdere tempo. Non lasciarlo andare. Ascolta il tuo cuore. Recupera quello che hai perso. Rendi felice chi ami. Vai per la tua strada: avrai un nipote fortissimo: Caroto. L’età più bella per passare il tempo è quando sei nonno. Ora sono nonno e prima ero padre. Com’era bello essere giovani… Vieni con me nel passato.

Tutte le voci sono diventate tante tracce di linguaggi e parole. Al di là di ogni aspettativa, di ogni inventore, affabulatore, arrampicatore di storie e di futuro. Siete andati ancora più in alto, ancora più su. Quasi sul punto più alto di una collina, famosissima collina su cui stiamo oscillando. Perché siamo proprio lì, in quel momento, il momento più importante. E tutte le grandi storie, nel momento più importante, improvvisamente, si interrompono.