2035: Vedere al futuro

2035: Vedere al futuro

Sulle case, sulla città, nello spazio. Una corsa in avanti fino al 2035.

47 Temponauti, guidati dai loro insegnanti, chiudono gli occhi e volano, in alto, oltre il soffitto dell’aula, sempre più su.

E poi, piano piano, tornano dietro le palpebre. E sono di nuovo in classe, nel 2021. A casa, ognuno racconta il viaggio. Lo scrive, lo disegna. Fotografa il futuro.

Le meraviglie stanno nelle piccole gigantesche cose. Le piccole gigantesche cose non sono di uno soltanto. Sono fatte a pezzetti e si nascondono disseminate, come fiori selvatici. In ogni racconto stanno a brillare. Qui sono in fila tutti i pezzetti che brillano nei racconti di tutti, giocando a nascondino. Un rigo dopo l’altro, diventano un solo testo piantato a fare foresta.  La meraviglia cresce con gli altri. È come un coro. Oggi vi facciamo sentire l’emozione di vederla brillare al futuro.

Se vi va di attraversare liberamente l’emozione, potete scegliere nel grafico rosso tante strade diverse, perchè leggendo è sempre possibile cambiare direzione. Qualunque strada sceglierete, sarà un racconto vissuto al futuro, in prima persona, con le voci di tutti. Sarete sempre i solisti di una delle tante, tantissime storie.

 

 

Quando ho chiuso gli occhi

ho visto la mia famiglia
il tetto si è aperto e sono salita
su, i capelli volavano
mi stavo emozionando 
tutti i miei ricordi, anche alcuni mai visti, giravano intorno a me

C’erano disegni particolari, forse mai visti
con i capelli lunghi e ben pettinati.
più salivo e più vedevo tutto piccolo
in un’epoca sconosciuta, così mi sono sentita,
è stato come se a scuola mi fossi addormentata e con strani poteri magici.

Come se fossi partita per un viaggio che durò 14 anni,
sono decollata come un razzo,
da Potenza a Belluno perché lì ci sono i miei cugini, che non vedo da tanto tempo.
perché ad un certo punto di fronte a me
è comparso uno schermo con tutti i miei ricordi
e dopo quell’immagine fu tutto buio.

Spero che il mondo capisca la difficoltà che stiamo vivendo.

Mentre giocavo con i miei amici
tutto è diventato elettronico
abbiamo viaggiato dalle parti del mondo
ognuno ha una casa portatile, proprio come le lumache e le tartarughe,
vado al distributore automatico, clicco sulla strada dei miei parenti 
e in un attimo sono da loro.

Non prenderla come un semplice gioco.

Abbiamo fatto un gruppo,
eravamo in quattro
abbiamo ritrovato delle mascherine del 2020
abbiamo urlato che era un brutto ricordo,
che comunque quel viaggio sarebbe rimasto fra i miei ricordi.
Tra tutte le macchine che viaggiano si sentono le persone comunicare tra loro cantando.

Mi accorgo che c’è un‘unica lingua parlata nell’intero pianeta: la Musica.
Io sono diventata alta, ho mantenuto i capelli lunghi e porto con me uno zainetto,
anzi a dire il vero tutti hanno il proprio zainetto, con dentro qualcosa che li caratterizza.
Io per esempio ho i miei animali e, non ci crederete, anche il mio inseparabile pianoforte.

Mi vedevo

stavo nello spazio e vedevo il mondo
ero un astronauta
in cerca di un pianeta simile alla terra
stavo per iniziare una nuova vita
con strani poteri magici
scendevo dallo spazio
risucchiato da un aspirapolvere 
in un grande campo di calcio
sempre più avanti
giocare
sposato
sveglio nella piazza del Rione
ho viaggiato in spiaggia, pensando alla mia vita
con la gioia dentro che brillava, come il sole bellissimo,
su un tappeto di sabbia bianca finissima
cullata dal rumore delle onde,
è stato un sogno strano
pensavo di essere un portiere.

Sentivo

che stava per accadere una cosa bella
l’universo
un po’ invecchiato
nella mia testa
quasi un paradiso lontano dalla realtà
la mia vita
il primo giorno d’asilo
il primo giorno delle elementari
quando ho conosciuto i miei amici
quando è nata mia sorella
l’abbraccio di mio nonno
quando lui ancora c’era
un sole caldo che penetrava nelle mie ossa
la sensazione più straordinaria del mondo
felicità e speranza
come se non avessi più le ali
la musica andava sempre più veloce
un mondo senza Covid
un mondo diverso pieno di amore affetto e amicizia
la mia bellissima città con persone civili
che tutte le cose brutte le avevo lasciate alle spalle.

Avevo

la mia bussola
la collana di mia mamma,
che una cosa che mi dà mia mamma è preziosissima,
che io ci tengo a mia mamma
tutte le mie esperienze in una busta, con ricordi belli e brutti
un abbraccio che mi faceva pensare a tanti anni prima
il mio bracciale portafortuna
il mio bracciale che mi ha regalato la mia migliore amica perché mi fa sentire a casa e mai sola
il mio bracciale che è da 3 anni che lo indosso
il mio braccialetto
un elefantino a portachiavi, un regalo della mia BFF
il mio cerchietto che ho portato dall’infanzia
un orsacchiotto di peluche
il mio vecchio Nintendo
una lampada molto bella che mi ha regalato mio nonno
l’unico ricordo che ho di mio nonno, a parte tutte le foto
la cosa che era rimasta: l’amicizia tra me e i miei amici
da grande, un pallone.
Il mio inseparabile pianoforte. 

Con

la mamma, come tutti gli altri giorni, come tutti, come madri e figli fanno,
i miei figli
i miei genitori e mio fratello, pensando alla mia vita mi piace molto questa parte perchè non li posso mai perdere 
la mia famiglia
le mie amiche nella mia testa
le mie due migliori amiche vicine a me.
tutti  i miei compagni
e ci spostavamo andando a vivere in tante case insieme.

A un certo punto,
mi fece male la testa,                                                        
E tornai indietro.