Coding e Making sposano la Fantasia
I “professori” le chiamano “soft skills”, a noi piace chiamarci Maestri e siamo più innamorati di Montessori che di Bill Gates.
L’esperienza con la comunità della Nave sul Cocuzzo, non poteva non passare dagli strumenti propri del terzo millennio.
I “professori” le chiamano “soft skills” , a noi piace chiamarci Maestri e siamo più innamorati di Montessori che di Bill Gates.
Il percorso formativo sul Pensiero Computazionale e la sua relativa codifica, ha coinvolto i docenti dell’Istituto Milani e successivamente la comunità di alunni della Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado.
In parallelo alla creazione della storia fantastica, gli alunni hanno appreso i meccanismi di Scratch facendo alcuni esercizi per lo sviluppo del Coding.
Abbiamo utilizzato la metodologia del Creative Learning con le 4 P del Project, Peer, Passion and Play, fondamentale per insegnare ad apprendere in maniera significativa tutto il mondo del problem solving e indirettamente del pensiero critico.
Gli alunni si sono poi divisi in squadre ed hanno “messo in scena” la storia fantastica, filo conduttore di tutto il progetto. Si sono cimentati con lo StoryTelling e con la grafica. Sono in work in progress molti progretti. Il più completo è questo:
Siamo andati oltre nel concepire la “Cura”, spostandoci sul Making: sono stati forniti circa 100 ArduinoUno, 100 sensori di umidità del terreno e 100 schede WiFi. Abbiamo iniziato a comprendere il funzionamento di Arduino prima tramite il software TinkerCad per sviluppare il concetto di Design del Circuito e di logica di funzionamento e poi abbiamo usato MakeBlock per far “realmente” funzionare l’apparecchiatura elettronica.
Arduino democratizza l’accesso al mondo del Making e dell’elettronica e in continuità abbiamo usato un linguaggio a blocchi già conosciuto nel percorso con Scratch.
questo ci ha permesso di capire, benché tutto a distanza tramite la Didattica Digitale a Distanza, errori e logiche.
Paradossalmente per questo tipo di attività la metodologia di usare il digitale integrato è stato molto più efficace che lavorare in presenza. I ragazzi hanno usato brillantemente la ClassRoom, TinkerCad, MakeBlock, usavano i propri device per mandare foto per capire insieme gli errori e condividere i successi.
Abbiamo molto lavorato sul concetto che la conoscenza serve per pensare, non solo per sapere. Che il digitale non è una cosa “a parte” ma è un strumento PER l’uomo . Che ci si può divertire ad apprendere. Si deve. Tutto il mondo che ci circonda si può “programmare” e quindi “migliorare”. È questa la vera speranza che emerge dagli occhi di ragazzi che non vedono l’ora di cambiare il mondo.