Il guardiano delle stelle
“Non so cosa stesse facendo, ma è come se i riflessi del sole sull’acqua fossero stelle. Le prendeva e le metteva in una specie di borsa”
18.3.2021. Nicola Cavallo, scienziato e professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università degli Studi della Basilicata, autore di diverse centinaia di pubblicazioni scientifiche, sale sulla Nave e ci racconta il mestiere del guardiano delle stelle.
Mi chiamo Nicola Cavallo
Mi chiamo Nicola Cavallo e sono nato nell’anno del cavallo. Sembra quasi fatto apposta. Io faccio un ricercatore. Un ricercatore cerca di capire come funzionano le cose. Oggi vi parlo del Guardiano delle Stelle: è un mestiere un po’ complicato da spiegare, ma proverò a dirvi cosa significa.
Siamo fatti di stelle
Tutto questo insieme di materiali per costruire le cose è venuto tutto da un’unica esplosione di una stella, che si chiama Supernova. Quando una stella esplode butta la materia di cui è fatta in giro per tutto il cielo. Ogni tanto tutta questa materia si incontra con altra materia e tutti questi mattoncini costruiscono, ad esempio, un sistema solare come il nostro, dove c’è una stella piccola, come il Sole e poi tutti i piccoli pianeti, come la Terra. Noi siamo fatti della materia di cui era fatta miliardi anni fa una stella che probabilmente stava da queste parti e che probabilmente adesso non c’è più. Se qualcuno vi dice che siamo figli delle stelle, credeteci, perché è la verità.
Il guardiano
Un guardiano è una persona che guarda. Guardare significa osservare. Osservare è una cosa molto importante, perchè ti aiuta a capire come funzionano le cose, a studiare, a comprendere perché le cose succedono in un certo modo.
La ricerca
Io credo che non si possa fare ricerca se uno non ha la fantasia. Per fare ricerca servono tre cose. La prima è la motivazione, che significa curiosità. Se non avete curiosità, non farete mai il mestiere del ricercatore, che ha bisogno proprio di questo. Io voglio, desidero capire. La seconda: le conoscenze. Bisogna studiare, scegliere qualcosa. La terza: la fantasia. Voi ragazzi avete una fantasia molto spiccata. Noi ricercatori abbiamo conservato dentro un po’ di quel fanciullo che era in noi. Da piccolo desideravo fare questo mestiere. Giulio Verne aveva capito un secolo prima che ci saremmo andati sulla Luna. Grazie a quella fantasia, alla fine, noi ci siamo andati. La fantasia è importante per il futuro.
Chi cerca le stelle, in fondo sta cercando di capire com’è nato l’universo, com’è nata la Terra, fatta di pezzi di una stella, ma anche capire com’è è fatto il nostro futuro. Questo è il mestiere di chi vuole andare oltre. Un mestiere che si lega alla parola guardiano. Un guardiano è uno che vuole proteggere le cose, vuole conoscerle, osservarle, trarne dei benefici. Trarre dei benefici significa esplorare l’infinito.
Questo fanno gli astronauti, è questo che dovrebbe fare un guardiano delle stelle: è uno che dovrebbe appropriarsi del mondo che sta nel cielo, arrivarci, capire cose nuove e vivere nuove vite. La curiosità è fondamentale.
Bisogna desiderare
Già da adesso, da ragazzi, bisogna desiderare di cambiare la propria vita e quella degli altri. Io insegno. Custodisco le conoscenze e le trasmetto agli altri. Non studio solo per me. Non mi chiudo in una stanza. Non finisce lì. Se non trasmetto agli altri le cose che ho imparato, se non le faccio comprendere, se non faccio sì che le altre persone provino il mio stesso desiderio, la mia vita è inutile. Non mi chiudo in quest’aula, non racconto a me stesso le cose. In questo momento vi sto narrando il significato di sapere le stelle, di custodirle e di trasmetterle agli altri. E non trasmetto questi dieci libri solo a voi. Cerco di fare in modo di migliorare la vita.
Volare nel vuoto
Non trovereste affascinante volare nel vuoto come fa un astronauta in questo momento? Darei qualsiasi cosa per essere lì. E’ come quando fate il morto a mare. Chiudete gli occhi e vi sentite cullare, cullare nel vuoto. Non poggiate sul nulla. L’acqua vi sorregge e voi galleggiate. Immaginate com’è bello studiare, vedere la Terra e conoscere le cose da lì. Secondo me è fondamentale questo andare. E fra poco costruiremo una stazione sulla Luna, la stazione di partenza per andare su Marte. Pensate com’è bello fare il viaggio. E non bisogna andare per forza su una stazione spaziale. Si può andare anche sulle montagne della Basilicata a studiare la geologia, si può andare a studiare nei laghi, a Monticchio per studiare un vecchio vulcano. Si possono fare tante cose.
Al posto di Benvenuti all’Università della Basilicata, dovremmo scrivere queste tre parole, grandi grandi: curiosità, sapere e fantasia. Dovremmo scrivere: “Dovete avere la curiosità, dovete conoscere le cose, immaginate.”
Senza l’immaginazione non possiamo costruire il nostro futuro. Lo possiamo vivere, alzarci, fare colazione, uscire, tornare e dormire. Fine. Che ho fatto per gli altri? Che ho fatto per me stesso? Devo pensare al mio domani. Devo fare qualcosa per migliorare il domani degli altri.