Narrazioni

Narrazioni

Ogni giovedì, a scuola, una raccolta di storie, immaginari e memorie, per una loro trasformazione in testi corali e forme espressive. La realizzazione di una comunità educante multidisciplinare orientata al bene è possibile grazie alla rete sociale tra le persone.

Attiviamo esperienze di teatro di comunità, mettendo in gioco le relazioni. L’obiettivo è rafforzare il senso del prendersi cura l’uno dell’altro e dello stare insieme. Si tratta di ampliare visioni, costruire produzioni creative e nuove competenze espressive, allargando la partecipazione, dentro e fuori il contesto scolastico, mettendo in rilievo il ruolo attivo di tutti nella produzione di nuovi significati, in un percorso che riguarda la vita quotidiana, il cuore, la scoperta dell’altro e la rigenerazione della cura.

Ogni giovedì, a scuola, una raccolta di storie, immaginari e memorie, per una loro trasformazione in testi corali e forme espressive.

La realizzazione di una comunità educante multidisciplinare orientata al bene, è possibile grazie alla rete sociale tra le persone, con percorsi orientati verso una nuova cultura della partecipazione, nel rispetto e nella valorizzazione di tutte le differenze. Per questo, attiviamo esperienze di teatro di comunità, mettendo in gioco le relazioni. L’obiettivo è rafforzare il senso del prendersi cura l’uno dell’altro e dello stare insieme.

Narrazioni Attive è un cammino di consolidamento della comunità, attraverso pratiche di avvicinamento fra le diverse conoscenze, che consentano di liberare corpi, menti ed emozioni, per fare emergere una mappa di valori ed un patrimonio comune di conoscenze, che non raccontino soltanto i luoghi dell’abitare e dell’apprendere, ma che producano una reale condivisione di capacità, attraverso i canali delle emozioni, degli stati d’animo e delle visioni, verso un futuro solidale possibile, anche nel temibile scenario di un nuovo lockdown, per essere preparati a diventare una sola comunità di cura.

Siamo nel campo della rigenerazione umana: un diverso modo di pensare, personale e collettivo, che genera azioni socialmente orientate, creative, connettive e responsabili, per impattare positivamente sulle forme del produrre, dell’innovare e  dell’abitare.

Si tratta di ampliare visioni, costruire produzioni creative e nuove competenze espressive, allargando la partecipazione, dentro e fuori il contesto scolastico, mettendo in rilievo il ruolo attivo di tutti nella produzione di nuovi significati, in un percorso che riguarda la vita quotidiana, il cuore, la scoperta dell’altro e la rigenerazione della cura.

Il teatro viene utilizzato per la sua capacità di aumentare l’attenzione, coinvolgere e svelare energie nascoste, irrompere fra scuola e quartiere, suscitare impressioni e reazioni, con dialoghi, incontri ed esperienze autentiche vissute insieme, negli stessi luoghi. Nel teatro di comunità, le persone coinvolte, rinunciano temporaneamente alle proprie posizioni. Sono chiamate a mantenere e valorizzare punti di vista diversi, per comprendere fino in fondo le aspirazioni di una comunità, in un cammino delicato di presa di coscienza corale.

Con Narrazioni  Attive, docenti e famiglie aumentano la loro alleanza, restituendo a bambini e ragazzi una più solida consapevolezza del loro protagonismo nella costruzione creativa e responsabile delle competenze.

Le pratiche in campo previste hanno molte dimensioni. Tutte desiderano  convergere verso la bellezza dei luoghi vissuti in comune, fra scuola e quartiere. Perché la bellezza, alimentata dalla cura dei luoghi, genera le buone relazioni, sviluppa il capitale sociale della fiducia, alimenta il senso di connessione fra le capacità di tutti, estende ciò che l’individuo sente di poter essere, persegue la rigenerazione umana.

L’avventura Fantastica

La costruzione della storia. Nel 2035, nell’aria di Potenza ci sono strani prodigi. Stanno sparendo le cose e i luoghi, ma nessuno sa perché. 

L’inizio della storia. Da casa, affacciati alla finestra, i disegnatori di futuro, vedono e raccontano.

Verso il 2001. Fra il 15 ed il 16 aprile 2021, la storia cammina. Parte dal 2035 e va verso il 2001. Nonno e nipote salgono indietro nel tempo.

La Capsula del Tempo. Luigi Catalani, bibliotecario del Polo Bibliotecario di Potenza accoglie i 47 temponauti Disegnatori di Futuro. Immerso in libri di ogni genere, dalla sua postazione di lavoro, racconta questo luogo vero delle meraviglie e di ogni possibile immaginario.

Il Mercante del Tempo. Nonno Ciaccione e Nipote Caroto finiscono nella Biblioteca di Potenza: un luogo divertente. Un castello. La chiamano la Torre Bianca. Uno spazio stranissimo, fra realtà e fantasia, Un intreccio. Trovano i giornali freschi del 2001. E leggono meglio.  

In biblioteca giungono le voci dei se stessi. Nonno Ciaccione incontra il suo sé padre giovane. Si parlano nell’anno 2001. Mamma Nessuno Tuttofare incontra la sua versione bambina, finita nella busta del Mercante e giunta da lì. Si guardano negli occhi nell’anno 2035.  Mamma e padre Ciaccione non si incontreranno, ma i bambini, in due tempi diversi, riusciranno a comunicare. Perché Rebba e Caroto, in mezzo a migliaia, milioni di libri, sanno vedere la luccicanza, nascosta fra le pagine ancora chiuse, riflessa in uno specchio, nella bozza di un drago. Si rivelano così  le condizioni della storia in due biblioteche parallele, nella la stessa biblioteca, luogo di strati temporali e di destini incrociati. 

Per rendere possibile i legami fra tempi e parole luccicanti,  la storia convoca una specialista in errori, nelle due biblioteche: le parole non sono più dormienti, nelle case diventano parole ponte.

In questa realtà, più potente di ogni immaginazione, giunge Nostra Signora dei Palloncini, pescatrice di parole: è la nostra testimone che spiega perchè tutto questo accade. Le parole si cercano per scoprire mappe, direzioni, per avere qualche piccola lucciola, qualche piccola illuminazione, qualche piccola rivelazione. Il cuore è la domanda, la sicurezza di chi si fa le domande e le ascolta. C’è una costellazione di parole dentro il corpo, che inizia con il cuore. 

Nonno e nipote sono pronti a partire. Nel viaggio di ritorno verso il futuro, la nostra Nave approda nel porto di Otranto, nell’anno 2021. La accoglie Giuseppe Conoci, anima bella di Anima Mundi. 

Anima Mundi e la biblioteca del futuro, quella ancora bambina, non ancora del tutto cresciuta, all’interno della Scuola, iniziano a luccicare. Nel porto di montagna, a Potenza, appaiono. Sono libri d’ogni forma e libri non ancora formati, libri futuri

Su 47 libri ancora dalle pagine bianche inizia oggi, nel 2021, la scrittura, per riportare dentro ai libri vuoti quello che i libri pieni, insieme alla vita, suggeriranno. Senza necessità di precisione, senza margini e bordi, saranno il posto speciale delle frasi speciali, quelle che si curano e quelle che curano in ognuna delle case. Saranno i libri del 2035, che ritroveranno Caroto e Ciaccione tornando a casa. I libri futuri della cora uniranno le generazioni, i sogni, i poteri delle persone, fino ad essere capaci di sfamarle. Saranno i libro speciali delle bambine e di tutti i bambini dell’anno 2035, quando verranno aperti dai nostri protagonisti veri di una storia completamente inventata.

Una cosa curiosa accaduta: ve ne siete accorti? Quel viaggio finale verso il 2035 è una scrittura corale già accaduta all’inizio. Il tempo è un burlone. Come Nonno Ciaccione, che al nipote Caroto lascia in eredità un orologio per viaggiare nel tempo finto, completamente inventato. Ed è vero: noi abbiamo le prove. 

Leggiamo meglio le tre ultime frasi di quell’ultima pagina