Pratiche Partecipative Comunitarie

Pratiche Partecipative Comunitarie

Per l’intelligenza del cuore, per lo sviluppo del pensiero critico, della creatività, della collaborazione, della comunicazione.

Verso la coesione, la costruzione di pensiero condiviso, la produzione di azioni e significati.

Le Pratiche Partecipative Comunitarie raccordano le esperienze, le storie, per l’emersione espressiva del teatro di comunità. Supportano i contenuti delle attività digitali, perché abbiamo nutrimento e derivazione da un processo comunitario di costruzione collettiva della conoscenza. Per estendere il gioco libero delle parole a tutti, in un invito a costruire insieme storie e contenuti, con una comune assunzione di responsabilità educativa, voglia di utopia, apprendimento delle “cose difficili”. 

Contribuiscono a consolidare una comunità che ha cura dei bambini e dei ragazzi, disegnando una scuola come infrastruttura sociale che non lascia nessuno ai margini e che garantisce i servizi essenziali a tutti. Una comunità che misura ogni atto, ogni scelta, valutandone l’impatto sul futuro delle nuove generazioni.

Le attività, fondate sulla condivisione di metodi e strumenti partecipativi d’ispirazione comunitaria, vogliono rafforzare, fra scuola e contesto, le condizioni di sviluppo di nuove relazioni fra gli otto tipi di competenze chiave (alfabetica funzionale, multilinguistica, matematica e in scienze, tecnologie e ingegneria, digitale, personale, sociale e capacità di imparare a imparare, in materia di cittadinanza, imprenditoriale, in materia di consapevolezza ed espressione culturali). Contrastano la povertà educativa, sostengono il diritto di accesso di tutti alla cultura, attivano un diverso uso degli spazi pubblici, come le biblioteche, trasformandole in vere e proprie infrastrutture sociali.

Per rafforzare il coinvolgimento di più generazioni, dagli alunni della scuola primaria fino agli anziani, con il ruolo di mediazione culturale dei docenti d’Istituto, queste attività sono ispirate dai metodi di ricerca teorizzati da Gianni Rodari con “La Grammatica della fantasia” e dalle pratiche laboratoriali di Bruno Munari, per ricondurre le esperienze già attuate nel quartiere all’interno della scuola, ripercorrendo quelle “strade eleganti di una scuola possibile, dove si cura il futuro dei semi, dove la creatività della mente si coltiva in tutte le direzioni”.

La nave sul Cocuzzo segue la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 maggio 2018, per lo sviluppo delle competenze chiave per l’apprendimento permanente dalla giovane età e durante tutto l’arco della vita.

Cosa facciamo

Co-creazioni partecipative, con il supporto dei docenti dell’Istituto, riconoscono a bambine e bambini, a ragazze e ragazzi, il ruolo di disegnatori di futuro, con un orientamento fortemente collaborativo, fondato sul principio “vince uno, vincono tutti”, per liberare la grande riserva di talento nel corpo di tutti, con la costruzione di una visione condivisa di un tempo prossimo desiderabile, per la comunità educante dell’istituto. Laboratori per la comunità educante, con tecniche e i metodi partecipativi: per la gestione di contenuti complessi, per la costruzione di processi cognitivi fondati sulla cooperazione, per lo sviluppo collettivo della conoscenza, attraverso l’ascolto attivo, nei contesti di apprendimento.

Azioni cura del quartiere a partire da passioni e interessi, per disegnare insieme il futuro, curare beni comuni, valorizzare le diversità, abbattere le barriere generazionali, generare cultura solidale. All’aperto e a distanza, con il coinvolgimento di docenti, studenti, cittadini, operatori,  associazioni e istituzioni culturali del territorio. Accompagnano e rafforzano storie e memorie , collegandole al patrimonio di competenze e conoscenze verticali, in modo da costruire, assieme a studenti e famiglie, esperienze sperimentali, che leghino l’immaginazione e le prospettive corali di futuro alla quotidianità del quartiere.

Metodologie partecipative

Un set di strumenti da navigare per decisioni a più voci: