Nel porto
L’incontro di chiusura di un progetto che ha rimesso al centro un intero quartiere e la sua comunità educante, tra parole, tecnologia e visioni future
Una navigazione fra passato e futuro
Abbiamo viaggiato attraverso gli immaginari che i bambini hanno estratto dalla loro dimensione familiare e dal contesto abitativo, con una trasformazione delle parole di tutti in testi corali. Un sistema di narrazioni co-create, di pratiche digitali avanzate e di azioni per la comunità del rione Cocuzzo-Serpentone in cui la Scuola ha sede, per mettere in gioco la vita e le persone, ritrovando nei legami il senso del prendersi cura l’uno dell’altro.
Una reale condivisione di competenze
Attraverso i canali delle emozioni, degli stati d’animo e delle visioni, richiamate e scambiate fra infanzia e mondo adulto, con testimoni di varia provenienza, tutti fortemente spinti in avanti nel tempo dalla passione creativa, verso un futuro immediatamente possibile, anche nel temibile scenario del lockdown. I bambini che inventano le realtà e i testimoni adulti che dimostrano come quell’invenzione si avvera.
Chi c’è
Alla presenza della Dottoressa Debora Infante Dirigente dell’Ufficio III – Ambito Territoriale di Potenza dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata e dell’Ing. Pasquale Costante Referente PNSD USR Basilicata, presentano i risultati delle attività:
- Marcella Marsico, Dirigente dell’Istituto Comprensivo I.C. Milani
- Ledo Prado, Segretario Generale dell’Associazione Mecenate 90
- Rosy Russo, Presidente di Parole O Stili
- Fedele Congedo, Architetto senior di Mecenate 90, esperto di processi partecipativi
- Luigi Catalani, Bibliotecario, docente e wikimediano, epicentri di Basilicata Wiki
- Gli insegnanti della scuola
- Molti altri componenti del Team della Nave, tra cui Piero Piersoft Paolicelli (innovatore digitale), Carmen Ines Tarantino (attrice-narratrice), Ida Leone (Community manager), Erica Astolfi (progettista culturale), Michele Cignarale (progettista culturale)
- Alessandro Leon, Coordinatore scientifico del gruppo di lavoro di CLES Economia, impegnato nella valutazione indipendente del progetto
Fra i molti testimoni presenti, saliti a bordo della Nave durante il suo percorso, lo scrittore Gianluca Caporaso, Lidia Letizia, RI-scrittrice pedagogista e l’astrofisico Nicola Cavallo.
Anche se le lezioni sono concluse, c’è la delegazione di bambini e bambine dell’Istituto Comprensivo Lorenzo Milani, con le loro famiglie.
Chi vince il Contest
La Lega Spi Cgil di Poggio3Galli vince il Contest della Nave. L’idea, che sembra ispirata dalla storia disegnata dai nostri navigatori di futuro è un viaggio nel tempo, in treno, sulle ali delle parole e dei ricordi dei nonni. Verrà realizzata entro il 30 settembre 2021.
Un patrimonio di parole
Giungono in dono alla Scuola i Vocabolari Treccani: li poniamo tutti insieme alla base di ogni futura navigazione.
Non ci fermiamo
Con questo processo è iniziata una navigazione nel mare della rigenerazione umana, nel nostro Mediterraneo delle comunità, con un diverso modo di pensare e di agire, personale e collettivo, meno competitivo, più collaborativo e socialmente responsabile, capace di impattare positivamente sulle forme della cura, restituendo alla città una strada comunitaria, coerente con la sua grande tradizione di accoglienza. Giocando, si possono costruire produzioni creative e nuove competenze espressive dentro e fuori il contesto scolastico, producendo nuovi significati che abbiano un impatto sulle nostre vite quotidiane.
“Avete abbracciato le persone”
La testimonianza di Rosy Russo, presidente e fondatore di Parole O_Stili.
Voglio dire grazie a tutti le le ragazze e i ragazzi Disegnatori di Futuro. Sono commossa: è strepitoso quello che avete fatto. Credo che sia veramente un’operazione fantastica. Il Manifesto di Parole O_Stili vuole proprio essere uno strumento di cura. La differenza nella nostra vita la fa la cura dei dettagli e delle relazioni, che sono il cuore della nostra vita. In questo progetto è vivo e vero quello che avete creato rispetto alla relazione. Siete riusciti, attraverso le parole, ad abbracciare le persone. Non solo c’è stata la scelta delle parole, il lavoro fantastico di creare un ponte, ma siete arrivati con un abbraccio alle persone che è diventato alla fine anche parola. Un abbraccio concreto. Le persone hanno avuto davvero un dono. E credo che sia veramente il senso di un ponte.
C’è una frase molto bella che è nel libro Il Ponte sulla Drina che dice: “Il ponte è dove gli uomini incontrano il vuoto, ma non si fermano. Allora, io ripensando al vostro splendido progetto, credo che può essere un’ottima sintesi: voi siete riusciti a non fermarvi. Esistono tanti vuoti nel rapporto con le persone. Voi non vi siete fermati. Attraverso le parole, il vostro entusiasmo, lo studio, la ricerca, le realizzazioni, non solo non vi siete fermati: siete riusciti ad arrivare ad altre persone, persone anche lontane da voi. Credo che sia un po’ il segreto, il cuore. E questo progetto, al di là dell’entusiasmo che ho letto, si porta dietro un’ondata, un’ondata di bene. E io credo, forse per esperienza personale, che la Cura che tu ricevi è un’esperienza che chiede di restituire.
Il pregio più bello di tutto questo progetto è che non solo avete avuto la capacità di capire cos’è la cura, di studiarla, di interpretarla, ma anche di restituirla e di renderla qualcosa per gli altri. Parole O Stili, in fondo è un po’ questo. Ormai è quattro anni che esiste. Tante persone mi hanno chiesto perchè esiste, perchè è nato. Io sono solo colei che ha solo apparecchiato una tavola. Insieme a tanti amici abbiamo creato uno strumento. E ognuno lo utilizza come può e come crede. E voi siete un esempio splendido in tutto questo. L’avete interpretato a modo vostro, con un’esperienza fantastica. Io credo che Parole O Stili, per quello che mi riguarda, per Rosy, è poter restituire, attraverso il mio lavoro. È restituire il tanto bene che ho ricevuto: è il lavoro di restituire ad altri la capacità e la consapevolezza che le parole sono importanti.
E, come dice anche Liliana Segre, Le parole sono pietre. Tu con le pietre puoi costruire muri, ma puoi costruire anche ponti. Ecco: voi avete costruito dei ponti fantastici. Io credo che tutti noi abbiamo la responsabilità di aiutare gli altri a costruire nuovi ponti. Su questo siamo molto, molto d’accordo e ringrazio tutti coloro che hanno lavorato a questo. Quelle parole così importanti che noi abbiamo disposizione, possono davvero fare la differenza e davvero cambiare il mondo.
La mia frase la prendo dal nostro ultimo libro, Virtuale è reale, di Giovanni Grandi: Dire virtuale è reale è un modo semplice ed affidare per ricordarsi che dove ci sono interazioni, lì ci sono relazioni fra le persone. E nelle relazioni, specie quando si utilizza la scrittura, la qualità delle parole che ci riserviamo a vicenda si traduce in qualità del vivere e del collaborare. Non merita tutto questo la nostra massima attenzione?” Tutti insieme siamo disposti a dire sì.
“Appassionati di futuro”
La riflessione conclusiva di fine progetto di Ledo Prato, Segretario Generale dell’Associazione mecenate 90.
Questo tempo che stiamo vivendo ha generato donne e uomini apatici, senza pathos. E’ come se queste persone, messe davanti a realtà smisurate, come la pandemia e i disastri si sentissero impotenti, rifugiandosi nell’individualismo. Sono donne e uomini rassegnati, spesso senza sogni, se non per se stessi.
Abbiamo smarrito lo sguardo dei bambini.I bambini che sono produttori di energia e di amore, che generano in grande quantità e di pura qualità. Senza di loro, senza questi esperti di amore e fantasia, la società soffre di una drammatica scarsità di amicizia e di armonia. Ecco perché bisogna avere il coraggio di liberare energie costruttive e creative, di suscitarle, di dare e avere fiducia. “Grazie alla fantasia può succedere tutto, possiamo realizzare tutto”.
A partire dai bambini si deve lasciare crescere e investire sul futuro e farlo con entusiasmo, com’è avvenuto con l’esperienza della Nave sul Cocuzzo. I semi che avete messo a dimora, sono semi di vita, di esistenze nuove, che possono diventare pensieri, azioni, visioni nuove del mondo e delle relazioni umane.
Nelle nostre esperienze di Mecenate 90 di questi ultimi anni siamo diventati amici dei perdenti, amici dei più fragili, ma proprio per questo siamo diventati più appassionati del futuro. Perché proprio in quelle fragilità che abbiamo incontrato in questi anni, abbiamo trovato generatori di futuro, di simpatia, di buone relazioni umane. Queste esperienze ci hanno insegnato che i quartieri, oltre i centri storici, non sono quelle zone grigie dove la città perde i suoi valori, perchè possono diventare luoghi in cui ci si confonde gli uni con gli altri, dove le differenze spariscono e diversità diventano un valore. Luoghi dove le persone condividono gli stessi valori. Le stesse emozioni. Sono luoghi che celebrano la cultura dell’incontro. Perciò tanta importanza alle parole come ponte. E c’è un’altra bellezza da scoprire in questi luoghi, che è quella umana, fatta di tante energie, di solidarietà, di passioni, di desideri, con giovani spesso pieni di speranza e voglia dei un futuro migliore. Giovani e bambini. Il compito della comunità educante, come dimostra l’esperienza della Nave sul Cocuzzo, è far fiorire speranze, stimolare fiducia, intrecciare relazioni, imparare l’uno dall’altro, abitare le parole, dare ad esse nuova vita come avete fatto. La storia, anche quella di un quartiere, di una scuola di quartiere, è piena di sorprese: guardatevi intorno. Sono doni, all9o stesso tempo realizzazioni umane. Questo dono, la Nave sul Cocuzzo, noi lo consegnamo alla comunità di Potenza, perchè possa essere generativo di nuove avventure da condividere con altri bambini, con altri ragazzi. Perciò voglio ringrazia re tutti voi per averci restituito il gusto della semplicità, del poco, dell’essenzialità, dell’aiuto riciproco, che è esattamente quello che è avvenuto in questi mesi. Vi ringrazio per gli insegnamenti che voi avete dato a noi. Viva la Nave sul Cocuzzo.
“L’energia emerge”
L’intervento di Alessandro Leon, Coordinatore scientifico del gruppo di lavoro di CLES – Centro di Ricerche e Studi sui Problemi del Lavoro, dell’Economia e dello Sviluppo, chiamato alla valutazione indipendente del Progetto La Nave sul Cocuzzo.
Un entusiasmo così grande contagia tutti. E può contagiare anche i valutatori. Emerge un’energia grandissima, che ci fa sentire anche molto bene. Quello che abbiamo visto mostra come quanto possono funzionare bene questi progetti, ma per noi è un grande piacere, perchè per i valutatori raramente è possibile arrivare sul campo, a vedere gli effetti che progetti sociali di questo tipo producono, al di là della retorica. Ed è possibile fare comunità, integrare e condividere, con la scuola che è infrastruttura fondamentale dei luoghi: una scuola di frontiera. Nella frontiera succede di tutto, anche cose come queste, di grande importanza che non rendono questi luoghi a noi distanti.
Quello che il progetto ci dice, dai risultati non ancora conclusivi, e che ci sono risultati tutti positivi. Dal questionario fatto agli studenti emerge una parola chiave che hanno apprezzato accanto alla fantasia ed alla creatività: Scratch. Quando si utilizzano degli strumenti che consentono di unire tutte queste cose e che trovano nei ragazzi la possibilità di un uso utile, si fa un salto importantissimo in avanti. In realtà sul progetto è piaciuto a tutti. Il punteggio è altissimo. Rifarebbero tutti lo stesso progetto, che ha consentito di fare nuove amicizie. Nonostante la complessità e la differenziazione , non hanno avuto difficoltà. E ancora oggi facciamo fatica a capire esattamente tutto quello che è stato fatto, che è la parte della valutazione più difficile: riuscire a classificare e a dividere le attività fatte. Gli insegnanti hanno reso le esperienze utili ed interessanti: è una cosa non banale. E soprattutto hanno imparato tantissime cose nuove.
Questi sono progetti che sono utili al Paese. Non avranno un effetto diretto, non genereranno economie d’impresa o posti di lavoro. Ma riuscire a creare un futuro per le persone in cui penseranno con la propria testa, in cui la creatività ha un senso per costruire, con la parola, con il leggere e lo scrivere, è quello che questo progetto ha dato e darà nel futuro. Qui il tema vero è che non diventi soltanto un’occasione, uno stato isolato, un fatto, ma una condizione permanente, che riesca ad indurre le stesse cose nei giovani del futuro. Questo è il tema su cui la scuola si dovrebbe confrontare, avendo a che fare con tale entusiasmo, che va preservato assolutamente. Vi ringrazio per avermi rigenerato, almeno nell’avere una maggiore consapevolezza, che se si fanno le cose per bene, le cose poi funzionano.