Lungo il viaggio di ritorno
Nel viaggio verso il futuro, la nostra Nave approda nel porto di Otranto, nell’anno 2021. La accoglie Giuseppe Conoci, anima bella di Anima Mundi.
Nonno Ciaccione ritorna nel suo tempo, con il nipote Caroto. La Nave si ferma sui bastioni di Otranto, chiamata dalla luce, in cerca delle parole giuste. Ne servono ancora per ritrovare il tempo perduto. Giuseppe lo sa: la sta aspettando per questo. La vita affida ad ognuno dei noi dei compiti. Il compito che la vita ha affidato a Giuseppe è quello di custodire le parole, di raccoglierle nei libri e tenerle in un luogo speciale, nell’anima del mondo. Le parole ci aiutano a decifrare l’anima del mondo e la nostra anima. Giuseppe dona alla Nave le parole che abbagliano.
Fame
La fame del corpo viene nutrita con gli alimenti, ma c’è un’altra fame, che non conosciamo bene, ma possiamo sentirla: è altrettanto forte. I libri ci possono sollevare da questa fame, ci possono sfamare, non completamente mai in maniera definitiva.
Ossigeno
Per fare un libro ci vuole la carta, che prendiamo dai boschi. Libri e parole vengono dalle foreste, dagli alberi. I libri, come gli alberi, hanno una funzione che ci può aiutare a respirare meglio.
Mi faccio catturare dall’abbaglio delle parole raccolte da dentro un libro:
Noi non abitiamo regioni. Non abitiamo nemmeno la terra. Il cuore di coloro che amiamo è la nostra vera dimora.
La copertina è un abito. E questo libro, di Christian Bobin, Autoritratto al radiatore, è pieno di luce, che esce da lì.
La parola ponte è Esserci
Se si apre a caso, succede l’incredibile:
“Una situazione concreta. Voglio scrivere e non scrivo. Una mano di piombo si è posata sulla mia mano destra, immobilizzandola per tutto il giorno. Se mi ostino, un secondo impedimento si aggiunge al primo: la noia. La noia di fare una cosa senza esserci. LA pesantezza e la noia sono il senso distintivo dei consiglieri che dirigono la mia vita, i soli che ascolto. Poco loquaci, essi indicano quando è necessario che io mi astenga. Per il resto tacciono”. Non è scontato l’Esserci.
Dal porto di mare al porto di montagna
La luce che esce dal libro, fa brillare a Potenza la biblioteca della scuola, porto di montagna. Il Bibliotecario Armando avvista cose che luccicano. Sopra ai tavoli si vedono tanti libri che luccicano. Rispondono e si riconoscono, specchi perfetti e fratelli, identici gemelli dei libri di Otranto: è incredibile. Si sono moltiplicati. Dal porto di Otranto al porto di montagna. Libri e persone, vicine e lontane, nel tempo e nello spazio, si ritrovano aprendo gli stessi libri.
Il Maestro Armando è portatore di libri
Una volta che sono apparsi, Armando li sceglie e li mette con cura in una cassetta di legno, come frutti freschissimi, appena colti. Li porta nelle classi dei Disegnatori di Futuro. Devono nominarle quelle parole, perchè quando le nominiamo, il potere magico si attiva. La lettura serve proprio a questo: ad attivare il potere magico che hanno le parole.
I disegnatori navigatori di futuro ora hanno i libri. Li aprono, sentono piano piano la luce. Una frase li cerca, li trova, li scova. Bambini e bambine sono il volto del libro. Non si possono leggere mai tutti i libri del mondo. Sono i libri che ci cercano, che ci dicono dove dobbiamo cercarli. Accadete e basta. Come la vita. Un libro vivente ci dice che saremo scoperti da lui. Un giorno, con calma.
La Calma
Contiene e comprende l’alma.
Condizione emotiva di chi
comprende la propria anima
o quella di un altro
e la custodisce con cura
nella vita quotidiana
e proprio per questo
non rischia mai
di perderla, la calma.