La costellazione delle parole
Le parole sotto sale di Claudia Fabris: l’abracadabra, la Cura come farsi le domande giuste, la curiosità miglior modo del curare, il cuore coppa della luce e palmo della mano, il coraggio. Il cuore è la domanda, la sicurezza di chi si fa le domande e le ascolta. C’è una costellazione di parole dentro il corpo, che inizia con il cuore.
Io metto le parole sotto sale. Sono venuta dal mare per quello. Le metto sotto sale sul serio. Ci sono diversi motivi. Quando le persone hanno bisogno di quella luccicano della vostra storia, di qualcosa che le porti altrove, quando hanno una curiosità, una φ, una fessura dentro di loro che si apre un po’ e hanno voglia che qualcosa arrivi, aprono il barattolo e prendono una parola, come questa:
Coltura
La pratica del coltivare, ovvero del far germogliare semi nella terra, che crescano e portino frutto. E’ quasi identica alla parola cultura. Ne facciano tesoro gli artisti, gli intellettuali, i raccontatori, i maestri. Se non cresce non porta frutto, se non porta frutto non si può mangiare, se non è un grande nutrimento per il corpo e per la mente non può essere cultura.
Avere un sapore salato
Fago è mangiare, le parole sono un nutrimento e io le metto sotto sale, custodite perchè durino, come si fa con le verdure e le acciughe, perché si possa sentire il sapore che hanno. E le metto sotto sale anche perché c’è una parola che è sapere, che vi insegnano a scuola, che significa avere un sapore salato. Il sapere non riguarda la mente. A noi dicono che bisogna imparare e diamo tanta importanza al cervello. In verità, il sapere riguarda il sapore. Si può sentire in bocca, ce l’hai sul corpo. Se io ti mordo, dovrei sentire il sapore delle cose che sai. Questo è il sapere. La Sapienza è avere un sapore salato. Tanto che c’è una parola, sciocco, che vuol dire senza sale. Il sale era moneta, era il denaro di una volta. Una volta commerciavano un po’ con la sapienza, con questo sapore salato. Si scambiavano sapore. Il sale sta in tutta l’acqua del mare, è ovunque, è anche nel nostro corpo. Il sale è magnifico.
Il corpo e la cura
Pensate: la formula per eccellenza di tutte le favole, che non viene tradotta mai e che viene lasciata identica in tutto il mondo, è Abracadabra. Significa io creerò come parlo. Quando ho ascoltato la prima volta la parola Cura ho visto che dentro c’era la parola Cur, che in latino significa perchè. E se la cura fosse farsi le domande giuste? E se curare fosse continuare a chiedersi il perché? E se la curiosità fosse il modo migliore per curare? Della curiosità ve ne hanno parlato in tanti. Questo gioco che state facendo alla fine è come se fosse un modo per accenderla, per tenerla viva e trasformarla.
Cur, Cor
Scrivete CURA e COR sotto. La lettera U e la lettera O sono lettere che spesso nelle lingue si scambiano. Lo senti anche in bocca. Sono simili. Ci ho messo degli anni per scoprire che dentro la Cura c’è il COR. E sarà sempre così. Te ne accorgi delle parole quando sei pronto ad accorgertene. Sotto COR, separate, mettete la C e poi OR. OR significa luce. La C è una lettera che rappresenta il palmo della mano, la coppa. Contiene. Da questo viene fuori che il cuore è la coppa della luce. Ci sono tante parole che hanno dentro il COR. La prima è Coraggio. Coraggio è aggio core. Ho il cuore. Il latino mi racconta che la cura è farsi le domande. Se io unisco il latino all’ebraico mi accorgo che nella cura c’è il cuore. Quando si dice andare al cuore di un discorso, si dice che il cuore è la domanda e la risposta.
La costellazione delle Cura
Una parola che quest’anno è stata tanto usata è Sicurezza: ce la raccontavano un po’ come stare chiusi, proteggersi. Ma se la ascoltiamo la sicurezza, sappiamo che è quella di chi si cura, basta guardarla la parola. Io sono sicura. E chi si cura è chi si fa le domande, chi risponde alle domande, chi è disposto ad ascoltarle. Non è semplicemente chiudersi e proteggersi. In questa costellazione di parole della cura, la prima che ci riporta al sale e a Fago è Corpo. Ci ho messo anni ad accorgermi che il corpo inizia con il cuore. C’è scritto nella parola. Se guardi il corpo, la prima parte della parola è il cuore. Credo che non ce ne accorgiamo mai. Usiamo continuamente le parole per dire quello che vogliamo dire, ma non ci accorgiamo di quante cose ci dicono. Le lingue ci parlano. Noi pensiamo di parlarle e invece ci parlano loro. Quando ti fermi e te ne accorgi, ogni volta, hai il piccolo stupore che ti lascia senza parole. Perché nel Corpo c’è la P che è la lettera della Parola. E il corpo diventa la parola del cuore. Che è bellissimo.
Ricordare
E dobbiamo prenderci cura di più del nostro corpo, se è la parola del cuore. La prima stella è il Corpo, poi c’è il Coraggio, c’è il Ricordare, che è ricordare il cuore, risuonare la corda del cuore. Voi a scuola dovete ricordare tantissime cose. Quando ho guardato questa parola e mi sono accorta che dentro c’è il risuonare della corda del cuore, ho capito perchè le canzoni me le ricordo e la data della Guerra dei Cento Anni no. Le canzoni passano per il cuore.
Coro, Accordare, Corrispondenza
Dentro Corpo c’è anche il Coro, perchè nessuno è da solo veramente. Nella propria corporeità ognuno ha bisogno degli altri, delle relazioni, per recuperare i legami e i sensi prestati. Ognuno di noi è un coro. Sul serio. E non ce ne accorgiamo neanche. Noi ci accorgiamo praticamente di niente. Son poche le cose di cui ci accorgiamo sul serio. C’è Accordare, che è avere i cuori in sintonia e Corrispondenza, la rispondenza del cuore. La Corda in latino è Cor, Cordis. C’è la Scorta, che ha a che fare col vedere, la Corteccia che copre l’albero, Corteggiare, che è bellissimo, la Corte, la Cortesia: Cor Te Sia, che il cuore sia con te, Correggere, che è reggere il cuore, c’è la Corrente.
Correre, Errore
Correre: scrivetela questa parola. Guardatela adesso. Lì dentro c’è una parola di cui avete parlato tanto, che inizia col cuore. Correre inizia col cuore per un motivo fisico: per correre serve un buon cuore. Se capisco le cose con il cuore, se mi faccio attraversare dalla vita, forse è il modo più veloce per andare, anche se non sembra. Il modo più veloce per procedere è usare il cuore nella vita. Guardatela bene questa parola. C’è. Si vede. Si può inciampare. Soprattutto ci sono tutte queste R, che quando cadi ti fai male e ti devi rialzare. Nel CORRERE c’è l’ERRORE, il comprendere l’errore. Io corro più veloce se seguo il cuore e, se oltre a seguire il cuore, comprendo l’errore. Accade se non lo tolgo, se non dico che è brutto e che non lo voglio vedere, se cerco di capirlo.
Io trovo che sia esaltante.