La specialista convocata dalla storia
Sulla Nave si fa uno scambio: Lidia aiuta i protagonisti della nostra storia a ritrovare il tempo perduto e i disegnatori di futuro le dicono come si legge un libro.
Quando mi capita di fare gli errori, li studio, li guardo bene con la lente di ingrandimento. Sono una riscrittrice. Riscrivo le parole. E ancor prima di riscrivere, devo rileggere. Mi piace vedere le cose come se fosse la prima volta.
Cosa fate quando prendete un libro in mano? Come lo leggete? Come si fa? Non basta tutta una vita per capire come si leggono i libri. Perché quelli ci sfuggono, corrono, si mettono sottosopra, si perdono, perdono i nostri segni.
Chissà cosa fa un libro quando noi andiamo di là, nelle nostre storie. Dove va non lo sappiamo. Magari si riscrive, si riscrive da solo. E infatti quando lo apro lo trovo sempre diverso. Certe volte i polpastrelli mi raccontano delle cose che all’inizio non capisco, che forse me le devono ancora spiegare, ma loro sì. I polpastrelli sanno cosa significa il senso di una pagina di un libro.
Bisogna allargare lo sguardo: è la cosa che stiamo guardando che si deve allargare. Lo possiamo fare avvicinandoci, sempre di più, sempre di più… E succede che le cose diventano più grandi, gigantesche. A me piace fare questa cosa con le parole, che sono cose semplici. Sono fatte di lettere, di spazi e di tempo.
Come si legge un libro
I nostri disegnatori di futuro rispondono insieme:
Da sinistra a destra, da destra a sinistra. Con passione, con la bocca, sognando, a testa in giù, con la magia, con la felicità, con le parole.
Legami
C’è un libro che non riesco a leggere: Il tempo ritrovato, di Marcel Proust. La mattina quando mi sveglio apro a casaccio. Leggo una parola, una sola. Poi quella parola mi accompagna per tutta la giornata. La parola di oggi era “Legami”. Ho iniziato due anni e mezzo fa. Ed è ancora lì.