La bottega sulle chianche
Sale sulla nave Raffaele Pentasuglia, figlio d’arte, fisico e scultore, con una lunga tradizione familiare legata all’arte e all’artigianato.
4.3.2021. Sale sulla nave Raffaele Pentasuglia.
Dopo un periodo tumultuoso, sto felicemente radicato sulle chianche
Mi piace spostarmi, da una parte all’altra, nello spazio e nel tempo. Nella bottega sulle chianche ci sono cose che semplicemente nascono dalle leggende, che fanno parte del territorio che ho iniziato a modellare. Il Monachicchio è una di queste cose. Folletto della nostra tradizione popolare, che mi metto vicino. Ha lo scopo di raccontare la nostra storia. E nascono tante cose: grandi case in cartapesta, monumenti in bronzo, fino a piccoli personaggi del nostro mondo che possono essere raccontati così. Ci si può divertire con le infinite possibilità del gioco, abbinando le parole con gli spunti che ci danno i nostri tempi. I nostri tempi ci danno indicazioni su come il futuro si può concretizzare.
Il Carro della Bruna
Viene offerto alla città e alla folla, che si butta sul carro, non per distruggerlo, ma per prendersi un pezzo. Il carro passa da uno stato solido ad uno diffuso. Anche le statue di due metri sono leggerissime. Le vedete fluttuare. Dopo la rottura si vedono queste statue che camminano sulla folla, che sembra che camminino sul mare. Tutta carta di recupero. Noi non buttavamo i fogli con cui ci asciugavamo le mani, perchè quelle sono perfette per fare dei volumi più ampi. E’ un ottimo strumento per ricavare un pezzo che si mantiene, che si conserva.
Il Carro della Bruna è lungo 12 metri ed è alto 5 metri. E’ una balena. Io faccio molte balene. Sono circondato da balene. Balene precise, con un nome ed un cognome. Mi piace moltissimo trovare spunto dalla letteratura, dai romanzi assoluti.
Come ho preso la passione
Appena ho iniziato a lavorare, la prima cosa che ho iniziato a modellare è stata l’argilla e mi sono trovato molto bene. Riesci a fare un po’ quello che vuoi. La cosa bella dell’argilla è che quando sbagli diventa, si trasforma automaticamente in una forma nuova. E quindi ti fa cambiare l’idea che avevi. Eri partito che volevi fare un rinoceronte e finisci col fare una giraffa. Perché l’argilla ha deciso così. La vita è fatta così: ogni tanto sterza.
Qualsiasi cosa che si studia e che si approfondisce seriamente, lascia un solco indelebile, un segno importante, che ti apre strade nuove. Che poi, quando lavori con la creatività, tornano tutte.
Le balene che volano
In realtà ne vola solo una, che si chiama Giuliana. A Matera si trova particolarmente a suo agio. Vola con i falchi grillai, in primavera, poi a settembre migra verso l’Africa. L’hanno ritrovata tempo fa, alla diga. E’ una balena molto importante, c redo abbia un paio di milioni di anni. E da due milioni di anni svolazza nell’agro materano.
2035: e il futuro?
Siccome il mondo sta cambiando velocemente, io spero che sia la creatività al centro della formazione dei prossimi anni. Che dia la possibilità di lavorare su questo, di lavorare sui sogni, più che sui doveri, perchè ognuno abbia la possibilità di costruire il mondo che vuole. Questo è. Ma è una domanda complicata. E volevo dirvi che è esattamente quello che state facendo voi.
La questione della creatività
Come si sviluppa la questione della creatività per non farla diventare parola vuota?
Si sviluppa imponendo un’educazione alla bellezza, alle cose belle. Se uno vede le cose belle e vengono messe al centro in quanto cose belle, automaticamente si creano le condizioni perchè qualcuno possa decidere di seguirle, di farle, di produrne altre. E’ questo il senso. Educare alla bellezza significa creare i presupposti per la creatività.
L’oggetto che mi porto nel futuro
Una mappa. Alcune mappe che ho disegnato, come quelle della Basilicata. Sono le cose che più mi piacciono. Mi piace l’idea di continuare a cercare. Questo è il senso.
La mappa mi dà la sensazione che è bugia che tutto è stato già deciso. No. Ci sono i percorsi per cercare. Le cose che ci piacciono sono infinite.