Nelle due biblioteche
I disegnatori di futuro prestano i loro sensi a due Maestri in due tempi paralleli, nella stessa Biblioteca bilocata a Potenza, fra fantasia e realtà. Sono alla ricerca della luccicanza riflessa negli specchi custoditi nella bocca di un drago che dorme dentro i libri da aprire.
La nostra storia mischia sempre, intreccia. Il laboratorio si svolge nella fantasia e nella realtà. Da scuola è iniziato il viaggio nel 2035 e a scuola ci sono i disegnatori di futuro. Quindi è lì la biblioteca del futuro. Con i cinque sensi e la potenza immaginativa dei disegnatori di futuro, che sanno vedere al futuro, possiamo arrivare alla luce che sta nei libri. E forse nei libri pieni di parole ci sono quelle che dormono in attesa di questa storia.
Nella biblioteca del futuro c’è il Maestro Armando, il nostro aiutante magico bibliotecario futuro, che è una specie di rabdomante, una persona magica che trova l’acqua anche se l’acqua non c’è, con un ramo in mano. Con i suoi 5 sensi e la potenza immaginativa dei bambini possiamo arrivare alla luce delle parole dormienti, che sono in attesa. Il Maestro Bibliotecario Armando è una specie di specchio, che si illumina quando le parole illuminano. Maestro Armando è un raccoglitore di stelle, forse proprio quello osservato d’estate dal nostro scienziato ricercatore, Nicola Cavallo. Bambine e bambini sono nelle loro aule. Il Maestro Stefano è l’aiutante del Maestro Armando. Questa cosa non è mai accaduta da nessuna parte. Siete dove è sempre stata la biblioteca del futuro: nella vostra scuola. Facciamo accedere la storia.
I sensi prestati
Il Maestro Armando ed il suo fedele aiutante Maestro Stefano varcano la porta arancione della Biblioteca del Futuro. Eccoci. Ed è una meraviglia. Ecco i lavori dei bambini del futuro. Disegni che escono dal muro. Anche i disegni sono tridimensionali: escono fuori dal foglio come tutte le realtà. I Disegnatori di futuro si fanno guidare dai loro sensi e li prestano al Maestro Armando.
Iniziamo dall’olfatto
Andiamo alla ricerca di un libro con un odore assolutamente preciso, quello della storia del libro, del luccichio, un odore guida, che Rebba potrà vedere fino all’anno 2001. L’odore delle pagine, di fiori, di tulipani, di brezza marina. Possiamo fare un unico odore: “l’odore delle pagine dei tulipani di primavera accarezzati dalla brezza del mare”: questa è l’indicazione, specifica. l Maestro Armando sente l’odore e trova subito il libro: Il mare in una rima.
La prima parola è áncora. L’ultima è storie. Áncora storie.
Il luccichio viaggia nel tempo e raggiunge la biblioteca del 2001, dove c’è il Nostro Grande Bibliotecario Luigi, da quelle parti del tempo. Sta viaggiando in una torre trasparente, sta andando nel passato salendo… pensate come brilla. C’è già tantissima luce, da quelle parti. Il Nostro Grande Bibliotecario Luigi, conoscitore di tutte le storie, si ferma scendendo, apre la porta dello spazio tempo ed entra nella storia. Entra nel matrimonio di due biblioteche.
Il conoscitore di tutte le storie cerca il libro che sta per brillare nelle mani di Caroto. I libri sono tantissimi. Raccolgono migliaia e migliaia di storie. E ancora migliaia sono contenute nel solo libro che in questo momento sta brillando: I racconti di Energheia.
Inizia a leggere: Giovani che amano l’arte e la letteratura… La prima parola è Giovani. Il volto enorme e bellissimo di un bambino mi sorrise dietro al vetro e anch’io gli sorrisi. L’ultima è Sorrisi
Attiviamo l’udito
Prestiamo questo senso. Che rumore può fare un libro? Il rumore di una macchina, di una trombetta, del mare, il cinguettio. Il rumore di una trombetta cinguettante di una macchina in riva al mare.
Arriva il senso prestato. E il Maestro Rabdomante Armando va ad ascoltare il libro che brilla. Ascolta tutti i libri piano piano, per non perdere i dettagli del fantastico rumore, in mezzo a tutti i rumori dei libri: quello della trombetta cinguettante. E non si fa distrarre dal librone mattone, che suona come un camion strombazzante. Eccolo. Che Paura… SQUALI!. Mostri a babordo! Sembra il libro della nostra Nave (e infatti questa è una cosa scientifica-filosofica-oggettivamente-matematica. La prima parola è Mostri. L’ultima parola è Sopravvissuto.
Il luccichio del 2001 aumenta. Ci sono raccolti di colline, di montagne e di briganti. Ma c’è anche il rumore del mare. #VediMaratea. Solo la musica è all’altezza del mare. La prima parola è Musica. L’ultima è Panta Rei, Tutto scorre.
Tentiamo con il gusto
Un gusto asprodolce, al sapore di fragola, di menta, arancia e limone, un gusto panino di biscotti: gusto all’estate. Il Maestro Armando trova Una mela al giorno: un libro croccante biscottato che fa crack. Nella prima pagina, Energia per il corpo. La prima parola è Energia. E ora che sai come mangiare sano, insegnalo agli altri. L’ultima parola è Altri.
Il Maestro Luigi cerca fra i profumi più antichi. Nella Grande Biblioteca Torre Bianca di Potenza ci sono profumi scritti secoli fa. Eccolo. Il manuale del cuoco e della cuciniera. Di un cuoco del 1829, vissuto duecento anni fa. Con una tavola imbandita. Stanno cucinando da giorni e giorni. Da duecento anni. Si parla di uova, di prosciutto, di crema di sughi e di funghi… mamma che fame! La prima parola è Manuale. Nell’ultima pagina: Fagioli verdi confitti. L’ultima parola è Fagioli. Quei fagioli che quando li pianti ti portano oltre le nuvole.
Ci affidiamo al tatto
Cosa si sente quando Caroto tocca il libro: Un libro batuffoloso, soffice come un cuscino peloso freddo riscaldato dal sole. Il Nostro Maestro Armando Esploratore rabdomante dei libri sente subito il libro: è quello. Il gatto Martino. La prima parola è Gatto. Questo gatto gioca con le parole, sicuramente ci stava osservando: è un personaggio misterioso: ci sta perfettamente nella storia, incredibile realtà, fantasmagorica e fantastica. E infatti l’ultima parola è Personaggio.
Dall’altra parte del tempo Maestro Luigi sale in alto a cercare un libro cuscino batuffolo freddo soffice, peloso e riscaldato dal sole. Cerca dappertutto. Dev’essere consistente. Così va nello scaffale dei libri più grossi e pesanti. Con uno non ce la fa proprio: è troppo pesante, c’è troppa bellezza. Eccolo: Mario Cresci, Segni migranti. Rarissimo, soffice. Ha dentro illustrazioni, bellissime. Un libro unico. Le parole sono fuori, sul dorso. La prima parola è Libro. Nell’ultima pagina si legge: Mio nonno era un burlone. L’ultima parola è Burlone. Il Libro Burlone. Questo è davvero un libro burlone. Con le parole fuori e i disegni dentro. Soffice come un cuscino. Freddo e baciato dal sole.
Il Libro Burlone che parla di Ciaccione
Sicuramente è il libro giusto: Caroto scopre che quell’ultima pagina parla proprio a lui. Leggiamo meglio le tre ultime frasi di quell’ultima ultima pagina:
Mio nonno aveva un orologio da tasca che mi avrebbe lasciato alla sua morte. Quando morì non mi lasciò niente. Mio nonno era un burlone.
…Vi ricordate che Nonno Ciaccione nella storia aveva passato tutta la vita a perdere il tempo per costruire un orologio per recuperare il tempo perduto e per darlo a Ciaccione? Con quell’orologio che fa viaggiare nel tempo i due sono finiti nel 2001.
Non c’è il minimo dubbio. Il libro è profetico, rivela il tempo futuro ed il tempo perduto. Parla di Caroto a Caroto. Caroto è il nipote di Ciaccione e Caroto è nella biblioteca del 2001: è lui che nella storia sta leggendo con gli occhi veri prestati dal Bibliotecario Luigi. Un Bambino Fantastico legge su un libro la sua vera eredità futura. E tutto luccica in una danza. Le porte del tempo sono ancora aperte.
La parola ERRORE
Per aiutare Nonno Ciaccione a capire questa storia, oltre la soglia delle porte del tempo serve un gioco di Fantastica. Bisogna ritornare al leggere per la prima volta. Per leggere per la prima volta le parole bisogna dimenticare come si legge. Sì. Per vedere le cose per la prima volta bisogna disimparare. Assolutamente.
Prendete un pezzettino di carta e una matita. Vi serve anche una gomma. Scrivete…
E R R O R E
Scrivetelo grande, allargate, create spazio. Ora cancelliamo la prima e l’ultima R. Dove c’era l’errore ora trovate scritto:
E R O E
Solo con la Fantastica possiamo capire perchè l’Eroe è dentro l’Errore. L’eroe, quello vero, ha i superpoteri. L’Eroe che è dentro l’Errore, invece, è un anti-eroe: è tutti Noi. Va veramente tutto bene? È andato tutto bene alla fine? Ci stiamo prestando i sensi. Siamo lontani, ma stiamo comunque insieme. Quest’eroe che è dentro l’errore è un anti-eroe, perchè non usa superpoteri per poter vivere i suoi momenti difficili ed i suoi errori. Sta come il funambolo sul filo. Se sta fermo va giù: deve ondeggiare e sa che può cadere. Ma ondeggia.
Abbiamo i superpensieri
Queste parole che abbiamo trovato prestandoci i sensi, come farebbero tutti gli anti-eroi che non hanno superpoteri, ma superpensieri, dobbiamo riuscire ad usare queste parole e creare un nuovo testo. Abbiamo imparato un pochino a non leggere. Adesso possiamo riscrivere.
Le parole emerse
C’è la prima parola, molto speciale, áncora. Se iniziamo a viaggiare e la tiriamo su, si sposta l’accento. E diventa ancòra. Ricorda questo tempo. Abbiamo le storie e i giovani sorrisi, sopravvissuti ad una musica, ancora. E c’è un’altra parola che ora sta con noi: Legami. Perché adesso Lidia è diventata nostra amica.
Che poi legàmi è anche un desiderio, che era addormentato, è anche un légami. Perché le cose funzionano così, per loro necessità. Ecco le note di una combinazione complicatissima e difficile, che consentirà al Nonno Ciaccione di riparare il danno, di ritrovare il tempo, di tornare indietro. E forse tutti gli altri riusciranno a trovare il loro tempo perduto. O a non perderlo per nulla, non avendolo mai perso. Sono loro la serratura per le nostre chiavi di accesso al tempo perduto.
Abbiamo bisogno dell’aiuto da casa
Abbiamo bisogno di chi vi accompagna, che è importante. La casa contiene i nostri legami, con i nostri cari, con i nostri oggetti, con i nostri cinque sensi. Noi viviamo con quelli, con i nostri oggetti, che la casa contiene. Abbiamo bisogno di recuperare quel tempo per stare insieme, per essere aiutati. Perché la missione dell’anti-eroe è quella di essere aiutato. Che non può fare tutto da solo. Abbiamo bisogno degli altri. Leghiamoci, leghiamoci tutti con l’aiuto da casa.
Lo scarto
La parola MUSICA. Se si toglie quel SI, diventa MUSA, ispirazione, ma quel SI ce lo teniamo, perché lo scarto è prezioso quanto lo scelto. L’antieroe è prezioso quanto l’eroe. Diamo un Sì, che poi quest’attesa in casa, sulla soglia di casa è un’attesa di legami, di quelli che troviamo quando torniamo e di quelli che restano quando andiamo via. Che è poi questo filo, che unisce come la prima e l’ultima parola del libro. Questo filo unisce queste due realtà, così distanti fra loro: il 2035 ed il 2001.
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Olfatto: l’odore delle pagine dei tulipani di primavera accarezzati dalla brezza del mare